DA VISITARE

IL DUOMO E IL SUO TESORO

Chiesa del Duomo

La costruzione del Duomo, dedicato a Sant'Ambrogio, fu avviata dal duca Francesco II nel 1532 su disegno di Antonio da Lonate ed ultimata nel 1606. La straordinaria facciata scenografica, giustapposta per rimediare all'asimmetria dell'edificio con la piazza antistante, fu progettata dal vescovo Juan Caramuel y Lobkowitz nella seconda metà del '600.  La particolare curvatura ellissoidale e la straordinaria sobrietà pongono l'opera tra gli esempi più raffinati di architettura barocca.  

L'interno, a croce latina e a tre navate, conserva notevoli opere d'arte. Nel terzo altare a sinistra dell'ingresso troviamo un polittico a tempera di scuola leonardesca. Sull'altare maggiore un paliotto settecentesco, con inserite figure ricamate in seta ed oro, e tratte da un paramentale cinquecentesco. Nel transetto destro, dipinti attribuiti a Macrino d'Alba e Bernardino Ferrari (inizi del XVI sec.)

Museo del Tesoro del Duomo

E' costituito, in massima parte, da doni di Francesco II Sforza (1534). Conserva preziosi corali e codici miniati da Agostino e Ferrante Decio, un pastorale in avorio, "La Pace", un preziosissimo reliquiario in argento cesellato in oro di scuola lombarda (XVI sec.), calici e reliquiari di varie epoche, una paramentale cinquecentesco, ricamato in oro zecchino ed usato a Monza nel 1805 per l'incoronazione di Napoleone Bonaparte. La dotazione più importante è costituita dalle due serie di arazzi fiamminghi provenienti da Bruxelles (1520) ed Oudenaarde (inizi XVII sec.), raffiguranti la parabola del figliol prodigo, storie di Ester ed Assuero, storie di Giuseppe Ebreo e storie di Alessandro Magno.

Orari e contatti del museo Piazza Sant’Ambrogio 14 – 27029 Vigevano (PV). Per visite al museo contattare la segreteria al numero 347 9220895 da lunedì a venerdì


LA SFORZESCA, UNA DIMORA DI CAMPAGNA

La "villa della Sforzesca", frazione a pochi chilometri di strada da Vigevano, si compone di diversi complessi monumentali nati in successivi momenti storici. Il così detto "Colombarone" eretto nel 1486 da Ludovico il Moro; gli edifici adibiti a residenza dei salariati prospicienti la Via dei fiori databili alla fine del XV secolo; il complesso ottocentesco della villa patronale con il suo parco e la chiesa di S. Antonio. Il complesso denominato “Colombarone “ richiama la disposizione tipica dei castelli con quattro corpi di fabbrica intorno ad un cortile centrale quasi quadrato e quattro palazzotti agli angoli, chiamati colombaroni, ornati di finestre archiacute e fregi "a dente di sega". Tutto intorno una distesa di campagne coltivate, canali d'irrigazione e mulini ad acqua progettati niente meno che da Leonardo da Vinci, ospite della tenuta alla fine del Quattrocento.

Il borgo deve il suo nome a Ludovico Maria Sforza che, nel 1486, trasformò questa sua possessione da "vile gleba" in "ricchissima terra", come si legge sulla lapide in distici latini dettati dall'umanista Ermolao Barbaro e murata sulla facciata d'angolo del “Colombarone”: "Ludovico Maria, figlio del divino Francesco Sforza duca di Milano, tutore del divino nipote e comandante supremo delle Milizie, per propria sagacia rese fertile questa arida pianura perennemente assetata col portarvi, con grande spesa abbondante acqua, e coll'erigere dalle fondamenta una amenissima villa preparò per se e per i posteri una piacevole dimora nell'anno di salute 1486".

La prima notizia del formarsi di una possessione dei duchi Sforza presso Vigevano risale al 1463; il 12 agosto 1485 la comunità di Gambolò donava a Ludovico il Moro un nucleo di terreni che veniva ad ampliare l'estensione dei suoi fondi: la lapide commemorativa murata sull'edificio nella "colombaia" di nord-ovest data la costruzione del quadrilatero, che ancora conserva il nome Sforzesca, all'anno 1486. Con un atto datato il 2 gennaio 1494 Ludovico donò la Sforzesca alla moglie Beatrice d'Este. Costei morì il 29 gennaio 1497, nel dare alla luce un bambino, a soli 23 anni:. Beatrice venne sepolta in Milano, nella Chiesa di S.Maria delle Grazie retta dai Padri Domenicani. A loro Ludovico con un atto del 3 dicembre 1498 legò tutti beni della Villa Sforzesca in cambio di preghiere e suffragi perenni. Francesco II Sforza ottenne dal Papa Clemente VII ottenne per Vigevano la dignità della Sede Vescovile; la Villa Sforzesca venne in parte assegnata in dote alla Mensa Vescovile di Vigevano e il resto al Capitolo Cattedrale.

La storia dei successivi passaggi di proprietà della Sforzesca è alquanto travagliata e intrecciata di vari matrimoni. Il primo fu tra la nobildonna Spinola che, acquisita nel 1803 la tenuta da certo Quirino Cazenove, sposò il proprio amministratore, il nobiluomo Marcello Saporiti. Egli fece della Sforzesca un grandioso podere modello di più di 1600 ettari. Non ebbero però eredi e, morta la Spinola, Saporiti sposò la figlia di un generale francese, Jourdan. Rimasto nuovamente vedovo il Saporiti passò a terze nozze con la contessa Maria Anna Vitale. Marcello Saporiti tuttavia morì senza aver la gioia di vedere un proprio discendente.

La vedova sposò il nipote del marito, conte Apollinare Rocca di Reggio Emilia (1813-1880): nel 1845, sotto il regno di Carlo Alberto la Sforzesca venne eretta in marchesato. Egli arricchì la tenuta con un edificio scolastico e con una nuova chiesa dedicata a S. Antonio.

I due coniugi ebbero tre figli: Marcello, Maria (che andò sposa a Marcello Gropallo di Genova) e Alessandro. Deceduti entrambi i fratelli maschi, Maria assunse il titolo e la proprietà dei cospicui beni patrimoniali e immobiliari. Maria passò il titolo marchesale al primogenito Luigi Gropallo di Genova dalle cui nozze con la marchesa Laura Serra nacque il successivo marchese Marcello Gropallo.

La contessa Laura (nata a Genova nel 1928), figlia di Marcello e Rosa Giorgi di Vistarino, unica erede della Sforzesca, sposa il principe Carlo Castelbarco Albani del Principe Cesare di Roma. La contessa Laura lascia la proprietà della Sforzesca al figlio secondogenito conte Marcello Castelbarco Albani Gropallo. Marcello ha due figli, Maurizio e Rosa, avuti dalla moglie contessa Letizia Mattioli.

Recentemente un ultimo interlocutore si è aggiunto al lungo elenco dei proprietari di parte della Sforzesca. Il quattrocentesco edificio del Colombarone è stato venduto al gruppo Esselunga. La convenzione sottoscritta tra Esselunga e Comune di Vigevano per la realizzazione del centro commerciale Esselunga, prevede il passaggio di proprietà dello storico edificio al Comune di Vigevano, una volta ultimati i lavori di consolidamento.